“Conosce meglio di me il territorio e come me conosce la macchina comunale avendo condiviso al mio fianco l’esperienza di tre amministrazioni. La città merita di essere amministrata da un uomo onesto e perbene, un imprenditore e lavoratore serio. Un uomo concreto e pratico. E’ uno di voi. Uno di noi. I nostri candidati non cercano un lavoro, perché già lo hanno, ma si sono messi a disposizione del nostro progetto di buongoverno per spirito di servizio. Se non hai mai amministrato nulla non puoi amministrare una città con un bilancio di 52milioni di euro. Molti dei candidati hanno già dimostrato di non essere buoni ad amministrare alcunché, figuriamoci una città”: ha esordito così il tre volte sindaco di Pietrasanta, Massimo Mallegni in occasione dello start alla campagna elettorale dell’ex capo gruppo di maggioranza in consiglio comunale, Alberto Giovannetti nella sede del comitato in via Oberdan in quei locali che avevano già ospitato la cavalcata trionfale di Mallegni (ex Pellegrini). Di fronte a Mallegni e Giovannetti la platea delle grandi avventure, ex assessori e consiglieri uscenti che avevano amministrato al suo fianco. “Non contano le bandiere, ma gli obiettivi. E gli obiettivi noi li abbiamo sempre avuti ben chiari: guardate la Farmacia Comunale o la Fondazione Versiliana. Erano sul baratro tre anni fa: la comunità ha compreso solo dopo che la direzione era giusta.  – ha spiegato ancora Mallegni – Io sono qui e sostengo Alberto Giovannetti. E sarò presente sempre perché abbiamo un lavoro da portare avanti che non possiamo permetterci di interrompere. Alla famiglie e alle imprese di questa comunità conviene sostenere un sindaco di centro destra che ha già dimostrato di fare i loro interessi”. Mallegni ha parlato anche della coalizione: “Io lavoro per l’unità del centro destra. Auspico che intorno alla candidatura Alberto Giovannetti si riunisca tutto il centro destra come n la Lega e la sua testa di serie Elisa Bartoli che stimo e alla quale voglio bene, a Fratelli d’Italia a Noi con L’Italia, ed il civismo responsabile per evitare un governo cittadino dei grillini o del centro sinistra che sarebbe un disastro per la città e per la nostra economia”. Auspico inoltre che anche l’amico di tante battaglie Daniele Mazzoni si riunisca a noi per questa nuova esperienza”.

Pratico, concreto e diretto, come da sua abitudine, Alberto Giovannetti: “Ho sempre cercato di ascoltare i miei concittadini e mi sono sempre messo a disposizione. Io voglio parlare con tutti e lo farò. Non ho intenzione di modificare questo approccio. La nostra esperienza amministrativa è un patrimonio per tutta la comunità. Dobbiamo solo riprendere da dove avevamo lasciato per continuare ad assicurare risposte, efficienza e prosperità. Il comune è come un’azienda e così deve essere gestita. Non sono interessato ad occupare una poltrona: per me la politica è sempre stato un servizio per gli altri. E chi mi conosce sa che è così. Le soluzioni – ha spiegato ancora accompagnato da applausi – si trovano, sempre, basta avere l’elasticità della mentalità imprenditoriale. Chi non ha mai rischiato del suo non può prendersi la responsabilità di amministrare un comune. Sarà una campagna dura – ha proseguito Giovannetti che nelle amministrazioni Mallegni è stato vice sindaco, assessore e capo gruppo – ma sono sicuro che il buon lavoro fatto in questi anni sarà un elemento di riflessione per tutti. I cittadini possono scegliere se continuare a sostenere un’amministrazione che ha dimostrato di avere una marcia in più oppure tornare indietro o lanciarsi in un salto nel buoi. Ci ricordiamo tutti le precedenti esperienze di centro sinistra”. Sono certo che tutte le anime del cdx cittadino si riuniranno e a questo obiettivo lavoro con impegno e totale apertura senza veti su alcuno. Il mio obiettivo è in particolare quello di continuare nel rinnovamento, le “vecchie glorie” sono importanti per prendere spunti e consigli ma niente di più. A sostenere Giovannetti è arrivato anche il consigliere regionale, Maurizio Marchetti: “Pietrasanta non ha bisogno di sindaci che vengono da altre città. Sindaci stranieri. Le invasioni di campo non servono ne ad imprese ne ai cittadini. I sindaci devono avere il Dna della città”.

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